La povertà energetica è la difficoltà, per una famiglia, di permettersi l’energia necessaria a vivere dignitosamente: riscaldarsi, avere acqua calda, illuminare la casa o far funzionare gli elettrodomestici. Succede quando il reddito è basso, i costi dell’energia sono alti e le abitazioni sono poco efficienti. In pratica, significa non poter vivere con il comfort e la salute che ognuno dovrebbe avere.
Di seguito si riporta anche la definizione di “povertà energetica” (PE) secondo l’Unione Europea (direttiva (UE) 2023/1791 – sull’efficienza energetica, c.d. EED 3), secondo la quale la PE è:
“l’impossibilità per una famiglia di accedere a servizi energetici essenziali che forniscono livelli basilari e standard dignitosi di vita e salute, compresa un’erogazione adeguata di riscaldamento, acqua calda, raffrescamento, illuminazione ed energia per alimentare gli apparecchi, nel rispettivo contesto nazionale, della politica sociale esistente a livello nazionale e delle altre politiche nazionali pertinenti, a causa di una combinazione di fattori, tra cui almeno l’inaccessibilità economica, un reddito disponibile insufficiente, spese elevate per l’energia e la scarsa efficienza energetica delle abitazioni”.
Secondo le stime dell’osservatorio Oipe (Osservatorio italiano sulla povertà energetica) la povertà energetica coinvolge circa 2,36 milioni di famiglie, pari al 9% del totale, il valore più alto dal 1997.
Un dato tristemente alto!
La povertà energetica ha conseguenze profonde sulle famiglie italiane, tra cui:
Diversi elementi contribuiscono alla diffusione della povertà energetica in Italia:
Affrontare la povertà energetica è fondamentale per garantire equità sociale e migliorare la qualità della vita delle famiglie italiane più vulnerabili.